salute della donna

Ottobre rosa: Salute del seno e prevenzione primaria

di Riccardo Vassalli

Anche il Ticino, come il resto della Svizzera, non fa eccezione: il numero delle diagnosi di tumore al seno cresce di anno in anno. Nu­meri che, dalle nostre parti, si rispecchiano approssimativamente in 350-400 nuovi casi all’anno. Anche se, “è difficile, pure con i regi­stri, avere un numero preciso”, ci dice il Medico responsabile del reparto senologia della Clinica Moncucco Francesco Meani. Parlarne, però, è di fondamentale importanza. “Non per spaven­tare, ma per evitare di fare errori e per sottoli­neare l’importanza della prevenzione primaria e secondaria”.

Sì, perché prevenire si può, si deve e sapere come farlo aiuta a contrastare “un lento ma co­stante aumento dei casi nell’ultimo decennio. L’età non è più una certezza. L’aumento dei casi è tristemente associato anche a una comparsa di casi sempre più precoci”. Ma se è vero che il nu­mero di tumori al seno porta il segno + da diversi anni, è altrettanto vero che “il tasso di guarigione completa è in continuo aumento”. Dati, quest’ulti­mi, incoraggianti dovuti particolarmente a tre fat­tori. “Il primo – aggiunge Meani – è che stiamo parlando di uno dei tumori solidi più frequenti in generale. Di conseguenza, parliamo di un tumore conosciuto e studiato dai professionisti che san­no come affrontarlo”. Un altro fattore fondamenta­le – e sul quale si concentrerà la nostra chiacchierata con l’esperto – è la prevenzione. “Esatto – aggiunge il medico -, negli anni si è compresa sempre di più l’importanza della prevenzione, ma si sono trovate anche cure efficaci ed efficienti. E ultimo, non per importanza, si sono istituiti dei centri specializzati dedicati alla diagnosi e alla cu­ra del tumore al seno”. Su quest’ultimo punto, Me­ani mette l’accento. “Qui, in Ticino, siamo all’avan­guardia – se non più specializzati – nel trattamento della malattia. Garantiamo la stessa qualità di cura rispetto magari ad altri centri all’estero e questo ci permette di non dover esporre il paziente a uno stress eccessivo come scomodi spostamenti, contribuendo a una maggiore qualità di vita”.

“Prevenire è meglio che curare”. Il celebre modo di dire gioca un ruolo troppo importante anche negli studi del Dottor Meani. Ma ci sono due concetti di prevenzione: quella primaria e quella secondaria. “Prevenzione primaria signifi­ca fare qualcosa per evitare di ammalarsi. La pre­venzione secondaria esiste ed è altrettanto im­portante, pur addentrandosi in un concetto profondamente diverso. Si tratta di mettere in atto delle strategie per accorgersi il prima possi­bile di essere malati. Altro non è, quindi, che un sinonimo della diagnosi precoce. Prima ci si ac­corge di essere malati, maggiori sono le possibi­lità di guarire completamente. E con cure meno invasive”.

Abbiamo chiesto all’esperto se, in questo sen­so, la popolazione ticinese è “educata” e sensibiliz­zata a dovere. “Non basta mai. La popolazione tici­nese sta sicuramente imparando quanto sia importante la prevenzione, ma possiamo sempre migliorare. Ci sono diverse motivazioni che posso­no portare le persone a “sottovalutare” questo te­ma: sicuramente la paura è una di queste. Un altro fattore è legato alle difficoltà logistiche. Pazienti anziani o che abitano nelle valli remote possono incontrare delle difficoltà. Non a caso, i dati indica­no che in quel contesto troviamo una maggiore frequenza di casi piu’ avanzati (diagnosi tardiva). Purtroppo, o per fortuna, il tumore al seno non fa sentire dolore: occorre cercarlo per ac­corgersene presto”. L’ABC della prevenzione offre uno strumento spesso banalizzato, ma più che mai importante in questo ambito: le mani. “Serve entra­re in confidenza con il proprio corpo e il proprio seno. Il consiglio che posso dare è molto semplice: tocchiamo con le mani il nostro seno quando ci laviamo. Quando qualcosa cambia ce ne accorgiamo subi­to. Ma se non lo facciamo mai, è più difficile accor­gersene. Il semplice gesto di toccarsi il seno sotto la doccia può risultare fondamentale”.

A questo, ça va sans dire, si aggiungono le “tra­dizionali” raccomandazioni legate all’alimentazione e allo stile di vita. “Comportamenti sani – sottolinea Meani – equivalgono a un corpo sano. Non è stata identificata una dieta che protegga o renda immuni rispetto ad altre. Sicuramente, una dieta sana con un accurato controllo del peso corporeo e dei gras­si assunti contribuisce a farci restare in salute. È dimostrato che ridurre l’assunzione di carni rosse e aumentare il consumo di frutta e verdura sono la ri­cetta più semplice. Così come limitare il consumo di alcool, evitare di fumare e ridurre lo stress. Sono tutti comportamenti che rientrano nell’ottica di pre­venzione primaria. Fra questi, ci tengo tantissimo, promuovere l’attività fisica. Non significa dover es­sere degli sportivi d’élite, ma è sufficiente cammi­nare anche per poco ogni giorno”.

Mente sana, corpo sano…seno sano

Un tema che sta a cuore al Dottor Meani è il rapporto (stretto) tra sport e prevenzione. Sì, perché “un rapporto esiste ed è bene specifi­carlo. Sappiamo tutti che l’attività fisica fa bene all’apparato cardiovascolare. Praticare attività fisica è consigliato a tutti i pazienti cardiopatici perché migliora la qualità di vita, aiuta a control­lare il peso, riduce lo stress e le probabilità di depressione e migliora il benessere psichico. Ma non solo. Sembra puntare e indicare dei be­nefici anche a livello oncologico. Fare sport ri­duce, inoltre, le possibilità di riammalarsi e su­bire ricadute. I dati sono recenti, ma diverse ricerche lo confermano. Personalmente credo che sarà una grande conquista. L’invito è quello di indossare un reggiseno adatto e uscire all’a­perto a praticare attività fisica. “Mens sana in corpore sano” per un seno sano”.

Anche attività come yoga e pratiche di medita­zione trovano spazio in questo contesto. “Certo, generalmente ogni tipo di sport è consigliato. Fare sport aiuta e cambia anche il modo di pensare, tro­vare nuove idee, vedere i problemi sotto una nuova luce. Le endorfine rilasciate agiscono dandoci una nuova energia, migliorando il nostro umore e tutto questo si riflette sul nostro sistema immunitario”.

Approfittiamo della chiacchierata con Fran­cesco Meani per capire se esiste una correlazio­ne tra stress, ansia e lo sviluppo del tumore al seno. “Sembra di sì, ma è giusto dire che non esistono al momento delle prove scientifiche. Io penso che sia da ricercare come conseguenza indiretta sulle difese del nostro fisico. Sono in corso delle ricerche approfondite perché sem­bra evidente un ruolo dell’attività sportiva nella prevenzione. In particolare, l’attività fisica mode­rata sembra in grado di modificare le cellule im­munitarie nel nostro sangue, capaci di distrugge­re le cellule tumorali. Il risultato? Un ambiente anti-tumorale messo in atto dall’attività fisica”.

E, a proposito di sport, il dottor Meani ha col­laborato con l’Hockey Club Lugano per un’inizia­tiva di sensibilizzazione sul tumore al seno. “Ab­biamo pensato di sfruttare il palcoscenico di visibilità con l’idea di lanciare un messaggio posi­tivo in quanto lo sport fa bene e protegge. Non è solo l’idea di un pazzo, ma ci sono evidenze scientifiche”. Iniziativa recentemente riproposta con l’HCAP. “Ringrazio di cuore questi grandi club che si prestano per fare da megafono a un messaggio importante. Grazie a queste collabo­razioni si possono fare grandi passi avanti”.

E ancora: “Con l’Ambrì Piotta scendiamo in pista nel mese rosa per sensibilizzare la popola­zione e promuovere tutte le forme di sensibilizza­zione e ricordare che una diagnosi precoce salva la vita e spesso anche il seno. Più è piccolo il tu­more e maggiori sono le possibilità che il seno venga conservato con un trattamento meno im­pattante e invasivo”.

Le piste del ghiaccio di Lugano e Ambrì sono state scelte anche per sensibilizzare il sesso ma­schile. “Il tumore al seno colpisce anche i maschi, seppur in percentuali minori. L’incidenza è cento volte minore rispetto alle donne, ma non è perché si è maschi che non può capitare. E, come per le donne, l’età non è più una certezza. Non bisogna commettere l’errore di pensare che possa essere impossibile. Il consiglio? Sempre lo stesso: “ascoltate” sempre il vostro corpo”.