
Salute pubblica
Non è un libro di denuncia, e non è un libro di visione scientifica...
di Antonio Mazzaglia
“Il secondo tempo – Perché il coronavirus ha deciso di stare con noi” (Edizioni Ulivo), rappresenta il seguito dell’opera letteraria del dottor Piero Sanna, oncologo specializzato in medicina interna e cure palliative e scrittore appassionato di letteratura. Un libro presentato il 13 dicembre 2023 a Bellinzona (nell’Aula Magna della Scuola d'arti e mestieri dell'elettrotecnica e della meccanica), in un’atmosfera pacata, intima e riflessiva.
184 pagine che offrono impressioni, riflessioni e ricordi sulla seconda ondata del coronavirus. “La foto nella copertina del libro è stata scattata dalla moglie Jacqueline”, ha spiegato Mari Luz Besomi-Candolfi, infermiera psichiatrica e Responsabile del settore cure psichiatriche di Gentilcure, che ha presentato l'incontro. Per cominciare, dobbiamo dire che Sanna non è nuovo all’ambiente letterario e si professa interessato a tutte le arti umane e a ogni forma di cultura: ha già pubblicato sette libri, tre di poesia e quattro di prosa, fra i quali spicca la sua precedente opera "Corona di spine" (una cronaca della prima ondata pandemica).
L’evento non ha raccolto intorno a sé una moltitudine di persone, ma ha comunque permesso all’autore di esplicare le ragioni della sua impresa letteraria, del suo desiderio di mettere su carta i propri pensieri e le proprie emozioni, nella speranza di “lasciare ai posteri qualcosa da cui la collettività possa imparare per migliorare sé stessa”. Già, perché, come spiega bene e a più riprese nel suo libro: “I virus erano su questa Terra ben prima dell’uomo, ci fanno compagnia adesso e popoleranno il pianeta anche dopo la nostra estinzione (ovemai questa avvenisse), altre pandemie busseranno alle nostre porte. Saremo in grado di gestirle? Saremo in grado di lottare “ad armi pari” e con cognizione di causa?”.
Il dottor Sanna, sensibilmente influenzato dalla sua esperienza durante la pandemia, ha dunque parlato a un gruppo di affezionati, scegliendo di raccontare e spiegare i punti salienti di questo suo libro, in una narrazione dettagliata dei mesi vissuti all'apice della seconda ondata del coronavirus. Lo sguardo è alle volte critico, altre volte un po’ svampito, forse un po’ troppo romantico, ma attento: sul piano medico, sul piano istituzionale e sul piano etico-morale, senza rinunciare a qualche parallelismo con le pandemie del passato (la spagnola del 1918-20, su tutte), egli ricorda al lettore come l’uomo tenda a non imparare dal passato e, quindi, a commettere gli stessi errori.
“L’uomo tende a non imparare mai dal passato ed è portato a commettere gli stessi errori”
“Historia magistra vitae”, dicevano i latini. “No ai vaccini”, hanno detto molti contemporanei, in un caos comunicativo-istituzionale che l’autore nota, non dimentica e sottolinea più volte sia nel libro che durante la presentazione.
Sanna, infatti, pone anche l’accento sulle questioni “fake news”, “no-vax” e negazionisti di sorta: fenomeni “para culturali” a cui, purtroppo, abbiamo assistito impotenti. Tuttavia, non centra mai il punto: accenna ma non calca la mano su una delle questioni più spinose dell’era Covid così come non fornisce dati, spiegazioni tecniche o evidenze scientifiche.
In fin dei conti, l’opera non nasce con un presupposto didascalico, accademico, o più semplicemente divulgativo. E, difatti, egli sottolinea proprio questo aspetto: “Non nasce per spiegare, non ha la pretesa di insegnare.”
A questo punto, forse è più semplice dire cosa questo libro non è: “Non è solo una raccolta di ricordi e impressioni, ma un viaggio emotivo condensato”. E lo è in poco meno di duecento pagine che pongono l’accento sui risvolti psicosociali della crisi senza precedenti che, dice l’autore: “Ha sconvolto il mondo a partire dal 2019 ed ha lasciato strascichi sui corpi, sulla psiche e sul morale di tantissime persone impreparate in tutto il pianeta. Una crisi che, almeno in Occidente, ha contribuito a martoriare prepotentemente un corpo sociale già falciato da una ventennale recessione culturale ed economica. Una crisi che, in molte aree depresse e meno fortunate del globo, ha ucciso popoli per i quali le priorità non erano una pizza in compagnia, l’aperitivo o le vacanze all’estero”.
Sanna evidenzia molto bene quanto la nostra società sia viziata, votata allo spreco, e rimarca la questione morale.
Questo libro, dunque, non informa: “Nasce per sensibilizzare, per narrare e, forse, anche per intrattenere”. E tutto sommato ci riesce.
Al termine della conferenza l’autore ha invitato tutti i presenti a prendere parte al piccolo rinfresco organizzato, e questo ha permesso di condividere con lui le proprie opinioni e qualche impressione sulla serata. Parecchi i ricordi personali del proprio vissuto “nell’era Covid”, in un clima volto a sottolineare una crisi epocale che, sempre secondo l’autore: “Verrà ricordata nei libri di storia, e che, senza dubbio, ha caratterizzato la nostra era”. Tuttavia, la poca affluenza di pubblico merita una riflessione ed è probabilmente imputabile alla scarsa attenzione mediatica riservata all’evento in sé e sul fenomeno Covid in generale. “Il Covid-19 è ancora tra noi, il vaccino (ndr: tanto caro al dottor Sanna quanto da lui stesso atteso) lo ha rallentato ma non lo ha debellato: il virus contagia e uccide ancora”. Eppure, si ha come l’impressione che la gente non voglia più saperne. I media, forse, dovrebbero fare uno sforzo in più per tenere alta l’attenzione affinché non si arrivi a una desensibilizzazione sul tema: ok voltare pagina, ma ha davvero senso dimenticare?
