Disabilità e autonomia

La terza età di oggi: l’anziano e il paziente geriatrico

di Antonio Mazzaglia

di Antonio Mazzaglia

Con il 23% di popolazione di età superiore ai 65 anni e un significativo 7,5% di individui ultraottantenni il Ticino si distingue come il Cantone svizzero con la percentuale più elevata di anziani. Questo scenario riflette l’effetto tangibile dell’aumento della speranza di vita che ha ridefinito le dinamiche demografiche e sociali della nostra regione. Numerose ricerche indicano che i 65 anni di oggi corrispondono ai 45 anni di un tempo; questo grazie al progresso del tenore di vita, all’accesso migliorato alle cure mediche, all’igiene, alla prevenzione e alla maggiore attenzione alla salute complessiva. Ma dietro questi numeri si cela una realtà complessa: l’incremento della popolazione anziana porta con sé una serie di sfide legate alla salute e al benessere, e richiede un approccio sanitario interdisciplinare e attento, mirato a considerare l’individualità di ogni paziente e le sue specifiche circostanze di vita personale, familiare e sociale. Se un tempo l’età pensionabile segnava l’inizio di una fase considerata geriatrica, oggi a sessantacinque anni si vive una realtà dinamica e attiva: un panorama impensabile solo qualche decennio fa. Questo cambiamento riflette non solo l’evoluzione delle condizioni di salute e delle opportunità di vita, ma anche l’urgente necessità di adattare le politiche e i servizi per rispondere in modo efficace alle esigenze di una popolazione sempre più longeva.

“Gli anziani vivono uno stato di equilibrio delicato, i loro desideri assumono un ruolo di primaria importanza”

Florenc Kola è Specialista in Geriatria e Medicina interna presso la clinica Sant’Anna di Sorengo e così definisce la specialità geriatrica: “È quel ramo della medicina che si dedica alle malattie proprie dell’età avanzata e alle loro implicazioni, riferendosi a individui oltre i sessantacinque anni. Una convenzione che si deve al cancelliere tedesco Otto Von Bismarck il quale, nel 1870, adottò questo limite anagrafico quale limite entro cui i suoi avversari politici, concorrenti impegnati nella scalata al potere, sarebbero dovuti andare obbligatoriamente in pensione”. L’intento della geriatria è dunque quello di esaminare e misurare con precisione le capacità funzionali e cognitive degli anziani, “al fine di preservare e arricchire la qualità della vita nel contesto sociale specifico di ciascun individuo; mentre il suo obiettivo primario non è più tanto la guarigione del paziente, bensì una riduzione della sua dipendenza dai servizi medici, rafforzando il concetto di assistenza. L’attenzione si sposta verso la qualità della vita anziché l’aggiunta di anni, mirando a garantire un’autonomia crescente nelle attività quotidiane, fondamentali per il benessere individuale come l’igiene personale e il mantenimento della propria dignità”. Nel farlo, spiega Kola, si adattano le cure su misura per ogni singolo paziente, considerandone le specifiche esigenze e peculiarità.

Nei giovani, prosegue il dottor Kola, le malattie sono spesso suscettibili di guarigione completa: “Un ragazzo affetto da polmonite può essere curato efficacemente e recuperare senza conseguenze significative. Il concetto di cura, in questo caso, implica un processo di guarigione diretta.” Tuttavia, nell’anziano, ci si confronta spesso con quadri clinici cronici e quando le malattie si manifestano nuovamente, l’obiettivo diventa alleviare i sintomi e mantenere il benessere, piuttosto che una guarigione totale. In questo caso, ogni ricovero ospedaliero rappresenta un graduale decremento nella sua condizione di salute, poiché il recupero completo non è sempre possibile: “Gli anziani vivono uno stato di equilibrio delicato nel quale i loro desideri assumono un ruolo di primaria importanza; quindi, la determinazione delle cure richiede una considerazione attenta delle circostanze individuali di ciascuno. A una certa età, la guarigione completa potrebbe essere irraggiungibile, ma è fondamentale fare il massimo per garantire tutto il benessere possibile al paziente in età.”

“Evitare le conseguenze delle sindromi geriatriche è la massima priorità”

L’intervento di uno specialista diventa necessario quando compaiono le cosiddette sindromi geriatriche come le cadute, la malnutrizione, la depressione, l’osteoporosi, i disturbi neuro cognitivi, o laddove vi è una condizione di poli farmacoterapia (terapia che prevede l’assunzione di cinque o più farmaci). È allora prioritario riuscire ad evitare le conseguenze, così come mitigare i disturbi comportamentali correlati. “Solitamente, è il medico di famiglia a individuare tali sintomi e consigliare al paziente un percorso geriatrico”, aggiunge Kola che sottolinea: “Oggi, nel reparto di medicina interna con focus geriatrico l’età media dei pazienti supera gli 82-84 anni e le sfide principali riguardano la gestione della demenza e dei suoi correlati disturbi comportamentali, così come le cadute e la malnutrizione”. 

Il dottor Kola definisce il proprio ruolo paragonandolo a quello di un abile aggiustatore chiamato a bilanciare la complessità della condizione anziana. Una sorta di “direttore d’orchestra” che collabora e coordina un team di professionisti sanitari tra cui infermieri ospedalieri e domiciliari, fisioterapisti, ergoterapisti, neuropsicologi, dietisti e assistenti sociali. Questi ultimi sono particolarmente utili: “Svolgono un ruolo fondamentale nel facilitare la presa in carico del paziente perché fungono da ponte con la famiglia e le varie strutture sanitarie e assistenziali, garantendo una cura e un collocamento adeguati”.

” Ogni persona è unica: con le proprie sensibilità, il proprio contesto sociale e le proprie emozioni”

Ma non finisce qui: “La geriatria abbraccia anche gli aspetti psicologici del paziente. Ogni individuo è unico, con le proprie sensibilità, il contesto sociale e le emozioni. Ad esempio, le aspettative di un anziano in compagnia dei propri familiari possono differire significativamente da quelle di uno solitario: mentre un anziano che condivide le gioie dei nipoti può irradiare felicità, chi si trova da solo potrebbe sperimentare una carenza di stimoli. Tra due ipotetici pazienti della stessa età, affetti dalle stesse patologie e con caratteristiche simili, le cure varieranno notevolmente anche in base alle diverse condizioni sociali”.

Nel corso di una valutazione clinica, prosegue Kola: “Le domande mirano a comprendere non solo gli aspetti medici, ma anche la vita e il contesto sociale del paziente dove, ad esempio, la religione e le origini svolgono un ruolo significativo. Le aspettative di un individuo religioso possono divergere notevolmente da quelle di uno ateo, specialmente riguardo alle questioni inerenti alla fine della vita. Questi possono sembrare dettagli secondari, ma si tratta di elementi di estrema importanza e fanno la differenza tanto nell’approccio terapeutico quanto nella qualità complessiva della cura”.

Ad ogni modo, il dottor Kola reputa ottimale la presa in carico geriatrica: “In Svizzera, la geriatria e l’assistenza agli anziani godono di una buona qualità. La presa in carico e l’accessibilità alle cure sono efficienti, e le possibilità economiche consentono un’adeguata assistenza sanitaria. Inoltre, l’elemento distintivo e determinante del sistema sanitario svizzero si distingue per l’assenza di lunghe liste d’attesa. Tutto è perfettibile, ma nel complesso possiamo considerarci fortunati per la situazione attuale”, conclude il dottor Kola.

Va tuttavia evidenziato un aspetto rilevante: “Si osserva una disparità tra la richiesta e l’offerta di professionisti nel campo della geriatria, con un numero limitato di specialisti rispetto alla crescente popolazione anziana”. Si potrebbe ipotizzare che la specialità geriatrica non attrae gli aspiranti medici con la stessa forza di altre specializzazioni, poiché richiede un approccio più orientato alla cura e all’accompagnamento anziché alla guarigione. In questo campo “fare gol” è una sfida più ardua, ma per il dottor Kola: “La passione per la medicina che mi ha trasmesso mio padre trova pieno riscontro in questa specializzazione”. La sua inclinazione al contatto umano e alla comprensione delle diverse sfaccettature della vita si sposa perfettamente con questa disciplina e trova in essa una gratificante sfida personale. Il vero “gol” per un medico geriatra si rivela nella soddisfazione del paziente, nel suo sorriso e nelle battute che esprimono il suo apprezzamento. “Con la loro esperienza e sensibilità, gli anziani sono in grado di percepire la sincerità di chi si prende cura di loro e apprezzano genuinamente le attenzioni ricevute”.