
Salute pubblica
Covid, diventerà una malattia endemica: ma cosa significa?
di Dario Tobruk infermiere, redattore digitale, ed Maggioli, Italia
di Dario Tobruk
Secondo alcuni esperti, il virus responsabile del Covid-19 diventerà endemico.
Una malattia endemica è una malattia che è sempre presente in una popolazione o in una determinata regione. Quando ci si aspetta un certo numero di ammalati, in un determinato intervallo di tempo come nel caso dell’influenza, dell’HIV e persino della sifilide (che sono appunto endemiche), possiamo definire quella “una malattia endemica”.
Diversi luoghi hanno diverse malattie endemiche: in Africa e nell’America del Sud la malaria è endemica mentre nei paesi occidentali lo è il virus dell’AIDS.
Come molti esperti prevedono anche il Covid-19, che è provocato dall’infezione del Sars-Cov-2, diventerà una malattia endemica.
“Che differenza c’è tra una pandemia e una malattia endemica?”
Nonostante nei recenti quattro anni, siamo stati abituati ad ascoltare continuamente questi termini, per molte persone non è perfettamente chiara la differenza tra pandemia, epidemia e malattia endemica. Persino gli epidemiologi creano spesso confusione usando questi termini come sinonimi perché rappresentano effettivamente fenomeni in evoluzione come nel caso della differenza tra focolaio ed endemia, o tra endemia e pandemia. Ma proviamo a fare un po’ di chiarezza definendoli meglio:
Endemia: si intende una malattia causata da un agente patogeno che si diffonde da un focolaio infettivo in maniera rapida e incontrollata in tutta un’area geografica relativamente ristretta come un singolo paese o continente.
Pandemia: è quando una malattia endemica ha varcato tutti i possibili confini geografici e ha coinvolto tutta la popolazione mondiale in maniera incontrollata, ad esempio come la pandemia Covid di questi ultimi due anni.
Malattia endemica: è la probabile evoluzione di un’endemia o di una pandemia, in cui l’agente patogeno, virus o batterio, a causa di una naturale convivenza o di alcuni interventi di salute pubblica come il distanziamento sociale, l’uso della mascherina e i vaccini, diventa prevalente in un’area geografica (anche tutto il pianeta) con un determinato numero di casi di malattia previsto o prevedibile.
Quindi, possiamo concludere che la differenza tra endemia e pandemia è principalmente l’area di diffusione incontrollata della malattia, ovvero se confinata in una regione o diffusa in tutto il mondo, mentre la sostanziale differenza tra una malattia endemica e una pandemia (o endemia) è che la prima potrà essere sempre trovata nella popolazione in cui sopravvive, mentre una pandemia potrebbe concludersi nella sparizione dell’agente patogeno responsabile.
I tre termini sono quindi possibilmente rappresentativi di un fenomeno in evoluzione. Ad esempio (solo per maggiore comprensione), potremmo dire che l’influenza in Italia (ndr: così come in Svizzera) è una malattia endemica. Ma se questa evolve, per qualsiasi motivo, in una diffusione incontrollata su tutto il territorio, si trasformerà in un’endemia che colpirà persino alcuni paesi europei confinanti.
Se tutto va nel peggiore dei casi (che, come abbiamo scoperto recentemente, non è poi così improbabile), l’influenza che da endemica si è trasformata in epidemica, diventerà (ahinoi!) pandemica.
“La differenza tra endemia e pandemia è principalmente l’area di diffusione incontrollata della malattia”
Per dare alcuni esempi di malattie endemiche, iniziamo con i Paesi occidentali: in Europa e quindi in Italia e Svizzera, conviviamo con moltissime malattie endemiche, alcune delle quali sono:
Influenza, una malattia endemica respiratoria causata da uno dei tanti ceppi influenzali mutati che ogni stagione invernale si diffonde nella popolazione. Si pensa che siano secoli che il virus influenzale sia endemico ma la presenza di vaccini annuali antinfluenzali non lo ha ancora debellato e probabilmente non lo farà mai.
Malaria, parassitosi endemica nelle regioni dell’America del Sud, dell’Asia e dell’Africa, provocata da un protozoo veicolato dalle zanzare. La talassemia in queste regioni è una condizione clinica vantaggiosa perché rende complessa la vita al patogeno, selezionando naturalmente nel lungo tempo molte popolazioni talassemiche (es. l’anemia mediterranea in Sicilia e nelle coste italiane).
Epatite B, di origine virale, è una malattia endemica in tutto il mondo. Ad oggi, ad esempio il vaccino in Italia è obbligatorio così come in altri Paesi, e ciò ha ridotto notevolmente le infezioni.
HIV, virus responsabile dell’immunodeficienza acquisita (AIDS), endemico in molte parti dell’Africa ma diffuso anche nei Paesi occidentali. Sebbene la sua eradicazione sia improbabile, le cure e gli interventi di salute pubblica iniziano a tenerlo sotto controllo.
È ora legittimo chiedersi se il covid endemico sarà meno pericoloso. Molti esperti prevedono che il virus alla fine diventerà una malattia endemica. Quando questo avverrà dipende da tanti fattori, come il numero di vaccinati e il proseguimento delle misure di contenimento come le mascherine ma, questo non vuol dire che il Covid endemico sarà meno pericoloso.
“Fra covid pandemico e covid endemico: il rischio zero, purtroppo, non esiste per nessuno”
Secondo le ricerche, chi è stato contagiato o vaccinato è probabile che abbia reinfezioni e malattie più lievi, ma il reale significato del Covid come malattia endemica è che è molto probabile che prima o poi tutti verremmo infettati dal Sars-Cov-2 almeno una volta nell’arco della nostra vita, come tutti siamo stati contagiati dai virus influenzali. Questo comporta un rischio maggiore in popolazioni più fragili e minori rischi nelle persone immunizzate, eppure è importante ricordarlo: il rischio zero, purtroppo, non esiste per nessuno.