
Navigare nella tempesta
La rabbia è un’emozione normale ed è parte della crescita
di Maria Grazia Buletti
Diventare adulti è una strada che si percorre passo dopo passo, in un processo graduale durante il quale i giovani sperimentano, si adattano, imparano e crescono. “Durante questo processo graduale, che è l’adolescenza, il cervello finisce di maturare; quindi, parliamo di un periodo di cambiamenti tumultuosi, un periodo in cui il mondo si amplia e le emozioni possono sembrare travolgenti”. Lo psicologo italiano, esperto in età evolutiva, Matteo Stievano così esordisce in una sua analisi nel contestualizzare quel periodo che i nostri giovani attraversano “navigando nella tempesta” delle emozioni, alla ricerca della propria identità di adulto. È un passaggio della crescita che lo specialista descrive come: “Caratterizzato da un tumulto di cambiamenti fisici, emotivi e sociali”. Senza dimenticare che: “La pubertà porta a cambiamenti corporei significativi, mentre la maturazione emotiva e sociale si traduce in una maggiore consapevolezza e sensibilità”.
“I cambiamenti dell’adolescenza possono entusiasmare o confondere, creando terreno fertile per sentimenti intensi tra cui la rabbia”
Uno dei sentimenti più potenti e spesso incompresi che possono emergere in questo periodo è la rabbia: “Comprenderla e gestirla durante l’adolescenza è fondamentale per il benessere emotivo e la crescita dell’individuo”. In questo contesto, Stievano rassicura: “La rabbia è un’emozione normale e parte della crescita di ognuno di noi. Il nostro obiettivo deve essere focalizzato nell’aiutare i ragazzi a sentirsi meno spaventati da questa emozione, e a mettere a disposizione alcune strategie semplici ed efficaci per gestirla, trasformandola in un elemento costruttivo per il loro sviluppo”.
Per prima cosa, egli definisce la rabbia come: “Un’emozione sana, parte dello sviluppo di ogni persona”. Un’emozione che, se gestita in modo appropriato, “può funzionare come uno strumento di autodifesa, segnalando la necessità di attenzione e intervento”. È una consapevolezza che può aiutare gli adolescenti a identificare e affrontare le questioni soggiacenti alla loro rabbia, “promuovendo in tal modo la loro crescita personale e lo sviluppo delle competenze per la risoluzione adeguata dei problemi”.
“Benefici e conseguenze negative della rabbia: due facce di una stessa medaglia”
Dunque: “La rabbia può agire da catalizzatore per il cambiamento; può aiutare a ridefinire i confini personali e a esprimere la propria individualità, e può servire come un potente strumento di autocomprensione e autoaffermazione”. È un’emozione necessaria, ma il cui rovescio della medaglia può avere conseguenze negative se gestita in modo inefficace: “Gli adolescenti possono diventare verbalmente o fisicamente aggressivi, causando possibili danni a sé stessi, agli altri o alle proprietà: una condotta che potrebbe portare anche a ripercussioni a lungo termine come l’instaurarsi di schemi di comportamento aggressivo o violento”. Lo specialista sottolinea pure che: “Gli adolescenti che provano intensi sentimenti di rabbia possono isolarsi dagli altri, evitando interazioni sociali e perdendo opportunità di sviluppare competenze sociali, così come di costruire relazioni positive”. Infine: “La rabbia potrebbe interferire anche con la vita scolastica: gli adolescenti che lottano con questo tipo di emozione possono avere difficoltà a concentrarsi, a mantenere il rendimento scolastico adeguato e a gestire le relazioni con coetanei e insegnanti”.
“La chiave per “navigare la rabbia” sta nel saperla riconoscere”
“È importante prestare attenzione ai segnali del proprio corpo: un battito cardiaco accelerato, muscoli tesi, un’ondata di calore”, queste le reazioni a cui Stievano allude come indicatori del fatto che ira e frustrazione stanno aumentando. D’altronde, egli ricorda quanto siano fondamentali e preziose tutte le emozioni, rabbia compresa: “Ci offrono la possibilità di capire meglio noi stessi e la situazione che stiamo vivendo. Sono un’opportunità per promuovere il nostro benessere, a patto che vengano accolte e ascoltate”. Dunque, una volta riconosciuta la rabbia, lo specialista consiglia di esprimere i propri sentimenti in modo “costruttivo”: “Parlare con un amico di fiducia, un famigliare, un insegnante, uno psicologo o un’altra persona di fiducia; scrivere in un diario o usare l’arte come mezzo di espressione”. Questi sono tutti i modi per non farsi sopraffare dalla rabbia, lasciandola fluire gradualmente ed evitando di implodere o esplodere, con il rischio di fare del male a sé stessi o ad altri.
Esistono altre vie molto efficaci nella gestione di emozioni negative: “Lo sport è fra le più proficue perché l’attività fisica stimola il corpo a rilasciare endorfine, creando una sensazione di benessere e offrendo al tempo stesso un’opportunità per focalizzarsi su obiettivi positivi che permettono di sviluppare una maggiore resistenza mentale”.
“Dedicare tempo a sé stessi e alle proprie passion ci mette in equilibrio con le emozioni”
Infine, è possibile imparare precise “tecniche di gestione della rabbia”: “La respirazione profonda, la meditazione o l’analisi dei propri pensieri sono alcune tecniche valide che si possono acquisire con l’aiuto di un esperto”.
La conclusione di Stievano non individua per ciascuno un modo valido per affrontare questa emozione: “È necessario comprendersi a fondo per trovare gli strumenti giusti per farvi fronte e migliorare la propria tranquillità e il proprio benessere”.