Le mani che tremano

Intestino e Morbo di Parkinson

di Maria Grazia Buletti

Al risveglio, ogni mattina dunque ogni giorno, siamo diversi dal giorno precedente perché dentro di noi nulla è fermo e niente è immobile: la vita del nostro corpo è in continua evoluzione.

Questa è la premessa di alcune interessanti considerazioni del professor Pierluigi Rossi, Specialista in Scienza dell’alimentazione, igiene e medicina preventiva di fama internazionale, che riportiamo in modo pressoché integrale in questi nostri appunti di riflessione sul cervello, e sui legami fra il nostro corpo e le malattie neurodegenerative.

Naturalmente, nel dare spazio a queste sue considerazioni, ricordiamo che si tratta del suo personale punto di vista sul tema trattato.

Dei neuroni egli ci ricorda che: “Sono le cellule che costituiscono il sistema nervoso e sono quelle più vecchie del nostro organismo perché create quando eravamo nell’utero della nostra mamma” (ndr: vi invitiamo a leggere alla pagina 25: “I primi otto mesi...”), cominciando così a tessere uno dei fili indissolubili che legano il cervello all’intestino, e spiegare il nesso che c’è a suo avviso fra quest’ultimo e le patologie di Parkinson e Alzheimer.

“La vita biologica in noi è una continua creazione, ma i neuroni non cambiano. La sede anatomica con il più alto numero di neuroni è il cervello contenuto nella teca cranica; per questo, si chiama <cervello cranico>”.

Un concetto dal quale il professore invita a trascendere: “Bisogna andare oltre al cervello cranico e iniziare a parlare di cervello diffuso sull’intero organismo, e pensare che tutti i neuroni  presenti nel nostro corpo costituiscono il <cervello diffuso>”.

In tal modo: “L’intestino è una sede anatomica che contiene il più alto numero di neuroni dopo il cervello cranico”. E per questo il nostro intestino è stato definito anche il <secondo cervello>: “Come se fosse un cervello separato e meno importante del cervello cranico”.

Ma il professor Rossi non ci sta e ancora una volta invita ad andare oltre quella che chiama “definizione giornalistica”: ribadisce di voler parlare del <cervello diffuso>, ritenendolo più utile e più corretto sul piano scientifico.

“Lo avete notato che scrivo spesso sull’intestino? Scrivo perché lo ritengo un organo che guida l’intero organismo: pensate solo al fatto che nella parete del nostro lungo sistema gastroenterico sono collocati milioni e milioni di neuroni. Sono cellule che percepiscono tutti gli odori, i sapori e le stimolazioni meccaniche degli alimenti che ingeriamo. Sono neuroni che non rispondono alla nostra volontà, ma agiscono e decidono in base a reazioni biochimiche programmate e codificate”.

“L’INTESTINO GUIDA L’INTERO NOSTRO ORGANISMO E PRESENTA MILIONI E MILIONI DI NEURONI CHE PERCEPISCONO ODORI, SAPORI E STIMOLAZIONI MECCANICHE DEGLI ALIMENTI CHE INGERIAMO”

Se ne deduce che noi non possiamo comandare il nostro intestino che sottostà al controllo del “sistema nervoso autonomo enterico”: “Più studio l’intestino, e più rimango meravigliato della sua organizzazione anatomica e fisiologica”.

Facendo un passo avanti, egli sottolinea a questo punto come all’interno del sistema intestinale ci sia un altro organo biologico che si chiama microbiota: “Vive e cresce in noi non controllato dalla nostra volontà. Ma i neuroni posti sulla parete intestinale conoscono e controllano i miliardi di batteri che vivono nell’intestino”.

Dunque: “La qualità del cibo che noi scegliamo di mangiare agisce sui neuroni enterici e sul microbiota”.

“Il Parkinson nasce nell’intestino e, attraverso il nervo vago, si diffonde al cervello cranico”

Dopo quello che definisce “viaggio di  presentazione”, lo specialista giunge a parlare del morbo di Parkinson e del morbo di Alzheimer, due patologie neurodegenerative che stanno aumentando sempre più.

Secondo il punto di vista del professor Rossi: “Esse nascono dapprima nell’intestino e poi si diffondono nel cervello cranico. La qualità molecolare nutrizionale della nostra alimentazione quotidiana può far degenerare i neuroni enterici, facendo comparire in loro due molecole: alfa-sinucleina (morbo di Parkinson) e amiloide (morbo di Alzheimer). L’intestino con i suoi neuroni è la natura. La qualità del cibo è la cultura. L’intestino è immutabile fin dall’origine dell’uomo. È l’hardware. Mentre il cibo dell’uomo cambia con la cultura e con l’economia. Il cibo è il software”.

La conclusione dello specialista è una sua convinzione, più o meno condivisibile, sulla quale però vale la pena di riflettere: “Tra noi c’è la necrofilia alimentare. La “cultura” egoistica-economica può generare malattie”.