
VOCI IN età
di Antonio Mazzaglia
Per quel che concerne gli anziani*, più che sulla salute mentale abbiamo scelto di chiedere loro di esprimersi sulla salute in generale; questo l’intento con cui abbiamo raccolto queste loro preziose testimonianze. Ci siamo imbattuti in persone in età nel corpo, ma ragazzini nelle mente. Abbiamo posto loro poche semplici domande: Come stai? Vai regolarmente dal medico? Quando stai male a chi ti rivolgi? Ti senti ascoltato e/o ben curato? Come pensi potrebbe o dovrebbe migliorare la sanità? Cosa pensi dei costi delle casse malati? Sono emerse testimonianze profonde, mai banali. Vi riportiamo quelle che, a nostro avviso, sono le più significative.
*NOTA: Ogni intervistato ha chiesto l’anonimato, ma è persona nota alla redazione.
L’insostenibilità dei costi sanitari
Pino ha 86 anni e gode di una condizionedi salute generalmente positiva, nonostante affronti disturbi lievi come l’insonnia. Ha subito due operazioni alla prostata: se la prima non ha portato i risultati sperati, è stata la seconda a fornire una soluzione efficace. Recentemente, a seguito di un aumento dei valori del PSA, ha iniziato un trattamento specifico. Pur apprezzando la professionalità della sua dottoressa, egli non esita a criticare alcuni aspetti del sistema sanitario, in particolare le lunghe attese per ottenere un appuntamento e la scarsità di farmaci che, a suo avviso, sono spesso esportati all’estero per generare maggiori profitti per le aziende farmaceutiche. Evidenzia anche l’insostenibilità dei costi sanitari che spingono molti a rinunciare alle cure per vergogna, e denuncia l’inefficacia dei controlli sulle fatture delle assicurazioni sanitarie, spesso e volentieri “gonfiate”, facendo riferimento a un suo caso personale in cui ha ricevuto addebiti per servizi mai forniti, una pratica che definisce truffaldina e scarsamente controllata. Egli ha richiesto spiegazioni alla propria assicurazione che ha promesso indagini serie e scrupolose; nonostante ciò, Pino rimane scettico sulla loro reale attuazione.
Empatia del curante e prevenzione
Lara sta bene, compatibilmente con l’età: 80 anni. “Ho il cervello a posto e le gambe in disordine”. Le fanno male le gambe e sovente deve andare in giro col bastone. Va spesso dal medico, ogni sei mesi, il quale le prescrive sempre la ricetta per le sue medicine. Scherza, non ha necessità impellenti e mi confessa che, forse, va un po’ troppo dal dottore: tuttavia, la salute è importante così come lo è la prevenzione. Si ritiene una persona abbastanza regolare e, divertita, ci parla del suo medico descrivendolo come un gran professionista con un pessimo carattere: è scontroso, non puoi fargli neanche una domanda ma è molto bravo e ben attrezzato. È un internista e non ha mai sbagliato un colpo. Alle mie domande inerenti alla qualità della sanità, in generale, si apre e mi confessa che le cure ricevute sono ottime. Qui paghi: più paghi e meglio sei curata. Il medico è un libero professionista, quindi bisogna pagarlo caro: puoi spendere il minimo e avere cure standard e poi fare le complementari, è una questione di soldi. In merito ai costi delle casse malati, e della sanità in generale, non si risparmia: “Continuano ad aumentare a dismisura e sono fuori da ogni logica”. Le piacerebbe sapere come vengono investiti questi soldi. Poi ci confida che qualche giorno fa ha notato, tra le altre cose, che per gli ultrasettantacinquenni i costi sono maggiorati: “Son soldi”! Anche in farmacia i prezzi sono aumentati e molti medicinali scarseggiano. Ma di questo non vuole parlare: “Altrimenti…!”.
Il peso finanziario delle cure complesse
Interrogato sul suo stato di salute, Giovanni risponde con un sorriso, riconoscendo che la sua storia è complessa. Ha superato una grave leucemia grazie a due trapianti di midollo ricevuti nel 2018 e nel 2019, con la figlia come donatrice. Sebbene abbia affrontato complicazioni come il GVHD, una malattia da rigetto post-trapianto, egli rimane positivo e appassionato nel raccontare le sue avventure che includono viaggi in autostop in India e in moto in Italia. A causa delle sue condizioni, visita regolarmente il suo ematologo 2-3 volte al mese e altri specialisti. Esprime soddisfazione per le cure ricevute, sia dal medico curante che negli ospedali visitati (in tutta la Svizzera), sottolineando che non ha mai riscontrato carenze nel servizio sanitario. È consapevole dell’aumento dei costi delle assicurazioni sanitarie, ma lo accetta, riconoscendo il peso finanziario delle sue cure sul sistema. Infine, pone una riflessione: perché si critica l’aumento dei costi sanitari più intensamente rispetto a quello del costo della vita in generale?
Perché? (Rimando la domanda al mittente): “Se aumenta il costo della carne posso aggirare il problema diventando vegetariano; se aumenta la benzina posso andare a piedi, ma i problemi dovuti alla sanità non si possono aggirare. Dopotutto, la sanità è un servizio imprescindibile e i servizi si pagano!”.
Le disparità del sistema sanitario
Renata ha 60 anni e si sente generalmente in salute, malgrado un lieve raffreddore e un po’ di stanchezza. In passato ha affrontato problemi cardiaci e di tiroide, ma ora considera gestibile la sua condizione e si ritiene fortunata. Anche se non va spesso dal medico, si sottopone regolarmente a controlli cardiaci e alla tiroide. Per i disturbi cardiaci, si affida con fiducia a un cardiologo, mentre ha dovuto cambiare il suo endocrinologo. Complessivamente, non ha lamentele riguardo all’assistenza medica ricevuta. Tuttavia, esprime forte disappunto per le disparità presenti nel sistema sanitario, criticando la categorizzazione dei pazienti basata sul tipo di assicurazione. Condanna la pratica che porta i pazienti privati a ricevere maggiori attenzioni e cure migliori, a causa delle fatture più elevate, e critica l’esistenza di una disparità ingiusta tra pazienti di “serie A” e “serie B”. Secondo lei, i costi delle assicurazioni sanitarie di base dovrebbero essere uniformi per tutti, e le polizze complementari, che coprono servizi non inclusi nell’assicurazione base, sono un indicatore di un sistema che non garantisce una copertura sanitaria equa. Renata evidenzia come, a causa di questa situazione, servizi quali la fisioterapia o la medicina alternativa rimangano inaccessibili per molti. Nonostante ciò, riconosce i lati positivi del sistema, come la rapidità nell’ottenere prestazioni mediche, cosa che in altri paesi può risultare estremamente lenta a causa delle lunghe liste d’attesa.
Politici e assicurazioni malattia
Dario a 64 anni gode di buona salute, sebbene affronti problemi minori come un disturbo prostatico e pressione alta. Fortunatamente, avendo un medico in famiglia, non sente spesso la necessità di consultarespecialisti esterni, ma si affida regolarmente a un urologo di sua fiducia, che visita ogni tre mesi e con cui ha instaurato un ottimo rapporto. Ritiene che il sistema sanitario dovrebbe essere reso più accessibile e democratico, e propone una riduzione dei costi delle assicurazioni sanitarie. Pur non avendo riscontrato disservizi significativi, e riconoscendo l’eccellenza della sanità svizzera rispetto ad altri paesi, pone l’accento sulla problematica delle assicurazioni sanitarie, ritenendole eccessivamente costose a causa della cattiva gestione da parte di lobby e della diffusa corruzione, specialmente a Berna. Sottolinea l’esistenza di un conflitto di interesse tra politici, spesso coinvolti nei consigli di amministrazione delle assicurazioni, e l’assenza di un reale interesse a un cambiamento di rotta. Egli critica l’ipocrisia della politica cantonale che “promette riduzioni dei costi in campagna elettorale, pur sapendo che la decisione dipende da Berna”, commenta con una risata sardonica.
Costi sanitari & soluzioni
Il Signor Carlo è una roccia, nonostante l’età. In ottima salute, il suo impegno lavorativo gli lascia poco tempo da dedicare a sé stesso. Generalmente, visita il medico solo quando si rende conto che un disturbo non si risolverà spontaneamente. Il suo dottore “storico”, compagno di gioventù e grande amico, è deceduto. Quindi, adesso si rivolge al medico della madre: persona affabile con cui sta sviluppando un bel rapporto di amicizia, perché “il legame umano è fondamentale”. Sostiene che la crisi del sistema sanitario derivi dall’eccesso di ospedali e personale medico che lavora poco, e afferma che “non fanno allenamento!”. Secondo lui, la volontà di avere ospedali a portata di mano, “una struttura sotto casa per tutti”, genera un’offerta eccessiva, creando un circolo vizioso difficile da interrompere. Critica anche la necessità di uscire dal Ticino per visite mediche di alta qualità, auspicando un numero minore ma più efficiente di strutture sanitarie in ogni Cantone. Ritiene che il problema delle casse malati rifletta questa situazione: costano troppo a causa dell’abbondanza dell’offerta. Evidenzia che i costi sono ridotti nei Cantoni con minori strutture. Al termine dell’intervista esprime speranza per un futuro calo dei costi sanitari. Ha sentito parlare di possibili tagli alle strutture ospedaliere superflue e ritiene che le casse malati potrebbero iniziare a rimborsare i medicinali acquistati all’estero, a vantaggio del consumatore.
Il ruolo del medico di famiglia
Ho incontrato Daria in un bar. Ha problemi di natura psichiatrica per i quali è seguita regolarmente. Per quanto riguarda la salute fisica si affida al medico di famiglia da cui si fa visitare una volta l’anno, e all’allergologo per la desensibilizzazione alle punture di vespa. Ha lavorato nel settore sanitario, quindi può “provvedere a se stessa” per eventuali problemi di minore intensità. Tuttavia, mi confida che, quando necessario, va dal medico con piacere perché si sente ascoltata e ben curata. Secondo lei, la sanità potrebbe migliorare ampliando il numero di medici generici per ridurre i tempi di attesa delle visite e migliorando l’ascolto dei pazienti. Sarebbe opportuno che i medici effettuassero anche visite a domicilio più frequentemente. Le chiedo cosa pensa dei costi delle casse malati e della sanità in generale, e lei sostiene che la sanità costa troppo e che le casse malati dovrebbero svolgere una funzione di controllo più seria per evitare sprechi. Racconta di un suo parente curato dall’assistente, ma fatturato come se fosse stato operato dal primario, e le sue lamentele sono state ignorate: “Non possiamo fare nulla, ma possiamo offrirle un upgrade in camera privata”. È quasi come se si trattasse di corruzione. Critica i costi doppi rispetto alla Svizzera interna, gli stipendi più bassi per gli operatori, e non tollera come alcune farmacie fatturino consulenze senza adeguata giustificazione: “La cassa malati paga e a risentirne siamo noi malati!”.
A sostegno dell’interdisciplinarietà sanitaria
Dimitri sta benissimo e non ha problemi di salute. Va dal medico una volta l’anno e si trova bene. Purtroppo, il suo medico di fiducia è venuto a mancare l’anno scorso, ma non si lamenta del nuovo dottore: vorrebbe instaurare un rapporto umano, ma: “Al giorno d’oggi i medici fanno visite talmente brevi che non è affatto semplice”. Ad ogni modo, non ha lamentele o esperienze da condividere. La sanità potrebbe migliorare abbassando i costi e migliorando la comunicazione con il paziente. Bisognerebbe lavorare anche sulla “frammentazione dei ruoli”: nei casi più gravi si ha spesso l’impressione che non ci sia un “regista” che coordini al meglio le cose. Così, spesso vengono prese decisioni di opportunità, soprattutto quando si parla di anziani. Quando la madre ha avuto seri problemi di salute, egli ha notato una mancanza di organizzazione generale. Non si sente di criticare a pieno l’operato delle strutture sanitarie, anche perché non è “del mestiere”, tuttavia ha notato “mancanze”, come se non ci fosse comunicazione tra chirurghi e medici, ad esempio. Sostiene che bisognerebbe avere il coraggio di ripensare il sistema sanitario in modo radicale: i costi delle casse malati esplodono e ci sono troppi tabù al riguardo. “Non è normale che certi interventi costino il doppio rispetto al resto d’Europa”. I costi delle casse malati sono alti perché esse non hanno interesse a controllare le fatture sempre più gonfie: a loro cambia poco, se aumentano i costi delle fatture, poi aumentano i premi.