Un freno alla spesa sanitaria

a colloquio con Pius Zängerle, direttore di Curafutura

di Maria Grazia Buletti

Quest’anno il premio medio della cassa malati in Svizzera quest’anno sarà di 359.50 franchi al mese, con un aumento dell’8.7% rispetto al 2023. In poche altre occasioni si è riusciti a fare peggio. In Ticino – il Cantone più colpito – la botta sarà ancora più sonora: +10.5% per un premio medio al mese di 430,10.

Per molti assicurati la stangata potrebbe essere anche superiore.

Pius Zängerle, la gente si chiede come fare per risparmiare sui premi di cassa malati.

Le possibilità non sono così poche, alcune con effetto istantaneo, altre con benefici a lungo termine. Per coloro che non hanno già ottimizzato al massimo i loro contratti esistono spesso margini di risparmio importanti passando a una cassamalati meno cara, optando per un modello assicurativo più vantaggioso o, se in buone condizioni di salute, alzando la franchigia. Beninteso, nulla impedisce di fare più cose insieme.

Questi elementi hanno un impatto diretto sul premio stabilito per l’anno successivo. Vi sono però delle buone abitudini che possono essere fatte proprie anche durante l’anno, come il controllo delle fatture, o esaminando se quanto fatturato corrisponde alla prestazione ricevuta. In caso contrario, è opportuno rivolgersi direttamente al fornitore della prestazione o alla cassa malati. Infatti, il paziente è l’unico attore che può procedere a questo controllo.

O ancora, al momento di farsi prescrivere medicinali, al medico può essere chiesto esplicitamente se sono disponibili dei farmaci generici il cui effetto è identico sulla salute ma meno forte sul portafoglio.

Insomma, anche nel campo degli assicurati i margini sono tanti, a breve come a lungo termine.

Ottimizzare i contratti rappresenta le soluzioni fino ad oggi adottate (passaggio a cassa meno cara, modello ass. finanziariamente più vantaggioso, aumento della franchigia).

È forse ora di individuare una strategia che porti a risultati migliori?

Assolutamente sì. La palla è nel campo della politica, ma quest’ultima da diverso tempo sta facendo fatica a portare a termine le riforme. Oggi il sistema sanitario è caratterizzato da incentivi problematici, che inducono i vari attori a non essere efficienti ma a consumare, rispettivamente a fornire, più di quanto necessario.

I premi che noi tutti paghiamo non finiscono in un buco nero, ma vengono “ridistribuiti” a medici di famiglia, specialisti, ospedali, farmacie o farmaceutiche.

Si stima che la sovra medicalizzazione porti a un eccesso di prestazioni che si aggira attorno al 30%. Non è verosimile ridurre le prestazioni di queste proporzioni, ma dobbiamo urgentemente concepire un sistema che non induca a consumare sempre di più senza benefici per la salute dei pazienti. La strategia, però, non è composta da una sola soluzione che risolve tutto (come spesso si sente nei proclami preelettorali), ma da più tasselli che intervengono a modificare gli incentivi e rendere così il sistema più efficiente, senza compromettere la qualità delle cure.

Si tratta di un lavoro poco spettacolare, tecnico e mediaticamente non così facile da vendere. Forse è questa la ragione degli incomprensibili ritardi nella discussione delle riforme che hanno contraddistinto gli ultimi anni.

Curafutura propone subito tre riforme...

Come associazione di casse malati abbiamo l’interesse che l’attuale sistema resti sostenibile a lungo termine, e che la crescita dei premi venga ridotta sensibilmente rispetto al ritmo degli ultimi anni.

Sosteniamo con convinzione la proposta di finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie, la revisione dei margini delle farmacie per la vendita di medicamenti, o la revisione dell’attuale tariffario medico (oggi chiamato Tarmed e in futuro, si spera, Tardoc).

Le prime due proposte fanno seguito a due atti parlamentari depositati nel 2009, dunque oltre 14 anni fa (!). Questo ha dell’incredibile, soprattutto sullo sfondo degli innumerevoli barometri delle preoccupazioni della popolazione che segnalano i costi della sanità come un punto particolarmente spinoso.

Ora, per garantire un minimo di credibilità della politica, prima di parlare di nuove riforme crediamo che sia necessario portare a termine questi progetti.

E va pure detto che alcuni sembrano finalmente in dirittura d’arrivo: soprattutto il finanziamento uniforme tra le prestazioni ambulatoriali e quelle stazionarie.

Come spiegare alla popolazione di che si tratta, e i relativi benefici?

Secondo vari studi, il finanziamento uniforme è suscettibile di ridurre i costi da 1 a 3 miliardi di franchi: una cifra considerevole.

Oggi i trattamenti erogati dai medici o in ospedale (ma senza pernottamento) vengono coperti al 100% dai premi di cassa malati; mentre in caso di degenza ospedaliera, il 55% dei costi viene assunto dal Cantone di residenza.

Grazie al progresso medico è sempre più possibile offrire cure e prestazioni in forma ambulatoriale a un prezzo complessivamente inferiore, ma che incide maggiormente sui premi della cassa malati. Questo, per il fatto che quest’ultima si assume integralmente il costo. Con il finanziamento uniforme tutte le prestazioni vengono cofinanziate dal Cantone e dai premi pagati dall’assicurato. In questo modo, i pazienti riceveranno il trattamento più indicato a un prezzo inferiore.

Per quanto attiene alla revisione del margine sui medicamenti, oggi il farmacista ottiene un margine superiore sui farmaci più costosi ed è perciò incentivato a vendere preparati originali o comunque a un prezzo superiore. È assurdo.

La revisione dei margini ridurrebbe questo incentivo a vendere il farmaco più costoso, così da ridurre il costo dei medicamenti consumati. Aumenterebbe in tal modo la quota di generici o biosimilari.

Oggi il capitolo relativo ai medicamenti costituisce un quinto dei costi dell’assicurazione di base. I margini di risparmio sono dunque importanti.

Da ultimo, per quanto attiene al TARDOC, il nuovo tariffario medico tiene conto dei progressi medici degli ultimi decenni. Con il nuovo tariffario si rivede la fatturazione delle prestazioni ambulatoriali, anch’essa una voce di costo importante, e si creano gli incentivi corretti per le migliori prestazioni. Cosa che oggi non è (più) garantita.

Ridiscutere le prestazioni: altra proposta di Curafutura: cosa vuol dire per la popolazione?

La crescita dei premi degli ultimi anni è insostenibile. È giunto il momento (in verità già da un po’) di giocare a carte scoperte. I politici devono discutere di tutto, anche del catalogo delle prestazioni considerate nell’assicurazione di base. Ad oggi il 98% dei servizi è considerato dal catalogo delle prestazioni.

Insomma, praticamente è a libero servizio tutta la paletta di prestazioni, che però costa sempre di più.

Ma è anche la tendenza a preoccupare. Tutte le ultime proposte di inserimento sono state approvate dalla popolazione, che, parallelamente, si lamenta dei premi crescenti.

Un aneddoto colorito: il giorno della comunicazione dei premi 2023, che indicava una nuova crescita dell’8,7%, il Parlamento ha domandato di aggiungere una nuova prestazione al catalogo (!), nella fattispecie l’interprete per coloro che non parlano una lingua nazionale.

Dobbiamo renderci conto che non è possibile da una parte aggiungere servizi a piacimento, e dall’altra pretendere che non aumentino i costi.

Una riflessione su un catalogo riveduto è dunque d’obbligo.