
Cure integrate: utopia o riforma necessaria?
di Maria Grazia Buletti
Nel Giura bernese è nato quello che viene definito il “modello sanitario del futuro”; esso poggia le fondamenta su di un sistema sanitario che non tragga profitto dai malati. Utopia? Pare di no, dato che questo sistema è stato introdotto a gennaio 2024 nel cuore dell’Arco giurassiano e rappresenta la prima organizzazione di cure integrate in Svizzera. Parliamo di una medicina che va verso un epocale cambiamento di paradigma perché per la prima volta Cantone, Sanità e Assicurazione malattia si uniscono con l’intento di risanare un sistema sanitario oramai agonizzante. Quindi, l’unione di forze e obiettivi è vissuta come un valore rafforzante essenziale: insieme si può ottimizzare, si possono ridurre o eliminare gli sprechi, e si generano vantaggi di una presa a carico della persona, con la cura che inizia con la prevenzione. L’educazione a preservare la propria salute è una strada che porta verso la sua gestione migliore, e una popolazione sana genera automaticamente un contenimento dei costi della salute.
“Educare alla prevenzione significa responsabilizzare il cittadino ad avere cura della propria salute”
L’inizio di questo nuovo progetto risale al mese di settembre dello scorso anno, quando l’Ufficio federale della salute pubblica (UFSP) ha approvato il prodotto assicurativo VIVA costituito da un’assicurazione di base della prima Organizzazione di cure integrate della Svizzera che prende il nome di Organizzazione sanitaria Réseau de l’Arc. I partner sono il gruppo ospedaliero Swiss Medical Network, il canton Berna e l’assicurazione VIVA: tre attori sanitari fino a questo momento con interessi divergenti, ora equamente rappresentati in questa società che, a partire da inizio di quest’anno, ha introdotto questo concetto di cure integrate per la popolazione dell’Arco giurassiano nei cantoni Berna, Neuchâtel e Jura.
Il comunicato stampa congiunto, risalente al momento dell’approvazione da parte dell’UFSP, parla di “un’iniziativa importante che vuole garantire l’assistenza medica di base anche nelle regioni periferiche”, il cui nuovo modello di assistenza è mirato “al mantenimento della salute e della prevenzione dei cittadini”.
Di fatto, i tre partner vogliono affrontare insieme le sfide sanitarie, garantendo una qualità eccellente delle cure e il contenimento dei costi.
“A differenza dei prodotti assicurativi tradizionali, VIVA pone la salute dei suoi assicurati in cima alle proprie priorità”. Ciò significa che, attraverso programmi individualizzati di prevenzione, la persona resta in buona salute, mentre il paziente la recupera velocemente attraverso cure personalizzate, mirate e coordinate.
In concreto, si parla di:
una coordinazione da parte del medico di famiglia che funge da “direttore d’orchestra” nella coordinazione delle cure
accesso facilitato alle cure di base;
un programma di prevenzione personalizzato con incentivi gratuiti;
l’accesso a una vasta gamma di prestazioni sempre coordinate e individualizzare come: cure di base, prevenzione, cure ospedaliere, educazione e rieducazione, servizi di presa a carico a domicilio, stretta sorveglianza del percorso in caso di malattia cronica, contenimento dei costi dei premi.
Il progetto sanitario di cure integrate è pensato a medio – lungo termine e unisce i partner sanitari verso quell’unico obiettivo votato a preservare e curare la salute prima ancora della malattia, ed è votato alla responsabilizzazione del cittadino verso questo nuovo paradigma.
Che sia davvero questa la via per un cambiamento di modello sanitario che vuole la popolazione sempre più sana e la spesa sanitaria finalmente contenuta?
Il tempo risponderà a questo quesito, mentre l’auspicio degli interessati è che questa iniziativa, che dallo scorso mese di settembre ha la benedizione dell’UFSP, possa espandersi presto a macchia d’olio in tutto il territorio elvetico.Che sia davvero questa la via per un cambiamento di modello sanitario che vuole la popolazione sempre più sana e la spesa sanitaria finalmente contenuta?
Il tempo risponderà a questo quesito, mentre l’auspicio degli interessati è che questa iniziativa, che dallo scorso mese di settembre ha la benedizione dell’UFSP, possa espandersi presto a macchia d’olio in tutto il territorio elvetico.