Gestire le emozioni nel settore sanitario: strategie per il benessere del personale e la sicurezza dei pazienti

Situazioni di stress, sofferenza e urgenza sono all’ordine del giorno nel settore sanitario. Si tratta di un ambiente “emotivamente impegnativo”, in cui il personale si trova quotidianamente a confrontarsi con le proprie emozioni oltre che con quelle di pazienti e parenti.

Queste emozioni possono avere un impatto sulla qualità e sulla sicurezza delle cure,come spiega uno studio pubblicato recentemente su BMC Health Services Research (Sattar et al., 2024), che ha esaminato i fattori che scatenano le emozioni nei professionisti sanitari, quelle più comuni e il loro impatto sulla sicurezza dei pazienti.

La ricerca ha evidenziato che emozioni spiacevoli come paura, ansia, rabbia e senso di colpa, sono particolarmente diffuse nel settore, e possono influenzare negativamente la qualità delle cure fornite. Tuttavia emozioni piacevoli come soddisfazione e orgoglio, se adeguatamente gestite, possono avere un impatto benefico sull’assistenza ai pazienti.

Secondo lo studio gli eventi stressanti nel contesto sanitario non solo generano una risposta emotiva immediata, ma possono anche portare a conseguenze a lungo termine come burnout e stress post-traumatico. Inoltre le emozioni non gestite possono influenzare le decisioni cliniche, aumentando il rischio di errori e compromettendo la sicurezza del paziente. Per questo motivo la formazione del personale sulle competenze emotive è cruciale per migliorare la gestione dello stress e garantire un’assistenza più sicura ed efficace.

LE EMOZIONI NEL CONTESTO SANITARIO: FATTORI SCATENANTI E IMPATTI
Secondo lo studio i principali fattori scatenanti delle emozioni nei professionisti sanitari sono:

  • Fattori legati a pazienti e familiari (aggressività, comportamenti difficili, pressioni da parte dei familiari);

  • Eventi legati alla sicurezza del paziente (errori medici, complicanze chirurgiche, eventi avversi);

  • Tossicità dell’ambiente lavorativo (bullismo, ostilità tra colleghi);

  • Eventi traumatici (decessi, deterioramento improvviso dei pazienti, incidenti critici);

  • Sovraccarico di lavoro (pressioni lavorative, carenza di personale);

  • Problemi di team working e supervisione (mancanza di supporto manageriale, scarsa collaborazione tra colleghi).


La risposta a questi fattori determina emozioni immediate (ansia, paura, rabbia), stati d’animo più duraturi (confusione, solitudine), riflessioni post-evento (senso di colpa, orgoglio) e, nei casi più gravi, conseguenze a lungo termine come burnout e stress post-traumatico.

Ma qual è l’impatto specifico che queste emozioni possono avere sulla sicurezza dei pazienti? Sentimenti di paura e ansia possono portare a una maggiore cautela o, al contrario, a una riduzione della fiducia nelle proprie capacità. Inoltre lo stress accumulato può portare a una ridotta qualità delle cure, minore coinvolgimento con i pazienti e un aumento del rischio di errori clinici.

STRATEGIE DI FORMAZIONE PER UNA MIGLIORE GESTIONE DELLE EMOZIONI
Alla luce di questi risultati è fondamentale che le strutture sanitarie investano nella formazione emotiva del personale. Ecco alcune strategie chiave:

  1. Formazione sulla consapevolezza emotiva - L’autoconsapevolezza è il primo passo per una gestione efficace delle emozioni. Corsi di formazione che insegnano a riconoscere e comprendere le proprie emozioni possono aiutare i professionisti a identificare le situazioni stressanti e a rispondere in modo più equilibrato.

  2. Tecniche di regolazione emotiva - L’addestramento a strategie di gestione dello stress, come la respirazione consapevole, la mindfulness e le tecniche di rilassamento, può ridurre l’impatto delle emozioni negative e migliorare il benessere del personale.

  3. Sviluppo dell’intelligenza emotiva - L’intelligenza emotiva comprende la capacità di comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle altrui. Programmi di formazione su questa competenza possono migliorare la comunicazione tra colleghi e con i pazienti, riducendo conflitti e migliorando l’assistenza.

  4. Creazione di spazi di supporto e confronto - Promuovere momenti di confronto tra colleghi e favorire il supporto reciproco può ridurre il senso di isolamento e migliorare la resilienza emotiva.

  5. Coinvolgimento dei leader e supervisori - La formazione dei dirigenti e dei supervisori sulla gestione emotiva è essenziale per creare un ambiente lavorativo più sano e supportivo. Un leader empatico può fare la differenza nel benessere del personale.


Implementare programmi di formazione focalizzati sulla consapevolezza emotiva, l’intelligenza emotiva e la regolazione dello stress non solo migliora il benessere dei professionisti, ma si traduce anche in un’assistenza di qualità superiore per i pazienti. Le strutture sanitarie devono riconoscere l’importanza di questi aspetti e promuovere una cultura lavorativa che metta al centro il benessere emotivo del personale.