RIABILITAZIONE

Fisioterapia e premi in aumento Qual è la verità?

SFATIAMO I MITI: SCOPRIAMO IL REALE RUOLO DELLA FISIOTERAPIA NEI COSTI SANITARI E NELLE SOLUZIONI FUTURE

di Riccardo Vassalli

Premi cassa malati alle stelle, quale il ruolo della fisioterapia?
Si salvi chi può. Già, ma chi può?Quella che può apparire come una domanda provocatoria, in realtà nasconde, purtroppo, una grande verità: il continuo aumento dei premi di cassa malati crea non poche difficoltà a sempre più ticinesi. La tendenza è di quelle preoccupanti: +10,5% nell’anno del terzo rincaro consecutivo in Ticino, il Cantone più colpito dagli aumenti. Non è una novità. E, ahinoi, conviene farci l’abitudine. Nei caldi giorni dell’annunciata “stangata” ce la si prende con tutti e tutto: la politica, i medici, gli studi ambulatoriali, i medici di famiglia, compagnie assicurative e via dicendo. Fino ad arrivare alla categoria dei fisioterapisti, spesso “additati” tra le principali cause dell’aumento. Niente di più sbagliato.

Fermi tutti. Prima di andare a conoscere il punto di vista degli esperti della categoria, è doveroso analizzare le vere cause dell’aumento. Forse l’abbiamo imparata a memoria, ma la “filastrocca” è sempre la stessa da parte del Consiglio Federale: “I costi sono saliti in tutti i settori: dai trattamenti ambulatoriali a quelli ospedalieri. Medicamenti e farmaci costano sempre di più, la popolazione invecchia e c’è sempre più bisogno di farsi curare”, è il ritornello pronunciato dal Consiglio Federale in settembre. Contenere i costi rimane la sfida principale anche per le casse malati, ma in questo contesto e senza interventi mirati sembra essere una missione impossibile.

“Adesso parliamo noi”
Il settore sanitario è sotto forte pressione. I vari attori lo urlano da tempo a una politica che sembra non voler ascoltare. La categoria dei fisioterapisti, per esempio, ha spesso subito attacchi ingiustificati, seppur confrontata con un quadro generale preoccupante. Già due anni fa, l’associazione Physioswiss ha lanciato l’allarme: un quarto del lavoro svolto, con il sistema attuale, non è retribuito e il tariffario non basta a coprire le spese di gestione”. Perché ci sono e sono diverse. Per approfondire l’impatto della fisioterapia sui costi sanitari, abbiamo intervistato Tamara Roncati, co-vicepresidente dell’Associazione Ticino di Fisioterapia.

Signora Roncati, sistema sanitario sotto pressione. Anche il settore della fisioterapia non se la passa bene con tariffe più basse e maggiore carico di lavoro. È corretta la “fotografia”?
“Sì, la situazione attuale del sistema sanitario, e in particolar modo del settore della fisioterapia, può essere considerata corretta nella sua rappresentazione. Negli ultimi anni, come anche nelle altre professioni sanitarie, c’è stato un aumento significativo del volume del lavoro. Questo incremento è dovuto principalmente all’invecchiamento della popolazione, che porta una maggiore incidenza di patologie legate all’età. Inoltre, la riduzione del periodo di degenza richiede una gestione più intensiva e maggiore in ambito ambulatoriale, che risulta essere comunque un risparmio per i costi sanitari totali rispetto a una degenza in una struttura ospedaliera o clinica.  Pertanto l’aumento dei costi legati alla fisioterapia corrisponde all’aumento del volume del lavoro e non al valore della tariffa per le prestazioni, che da più di 25 anni, sono rimaste invariate. E questo nonostante il nostro settore si trova fronteggiato con un carico burocratico crescente e con un numero sempre maggiore di prestazioni da svolgere anche in assenza del paziente. Non possiamo nemmeno ignorare l’aumento dei costi legati alla gestione dello studio, che rappresentano un ulteriore fattore di stress per i professionisti del settore”.

Aumentano i premi di cassa malati. Cosa risponde a chi “punta il dito” contro il vostro settore?
“Bisogna considerare diversi fattori. In primo luogo occorre sottolineare che i costi legati alla fisioterapia sono in crescita, come avviene in tutti i settori della salute. Il fattore demografico, con l’incremento dell’età della popolazione e l’aumento della prevalenza di malattie croniche, contribuisce significativamente al carico di lavoro per i fisioterapisti, come anche soggiorni ospedalieri più brevi e dimissioni più precoci. Questo aumento della domanda di servizi fisioterapici è inevitabile e rappresenta una risposta necessaria alle esigenze di salute della popolazione. È fondamentale ribadire però che la presa in carico ambulatoriale, favorita da soggiorni ospedalieri più brevi, si traduce in un risparmio complessivo per i costi sanitari. Investire nella fisioterapia non solo migliora la qualità della vita dei pazienti, ma si rivela anche una strategia economica vantaggiosa per il sistema sanitario nel suo complesso. La fisioterapia è diventata da circa 15 anni una formazione universitaria e questo ha portato a una maggiore specializzazione e una presa a carico più qualitativa dei pazienti”.

Quanto incide la fisioterapia sui costi legati alla sanità?
“Secondo i dati pubblicati da Physioswiss, l’associazione nazionale di categoria, nel 2023 la fisioterapia ha rappresentato il 3.6% dei costi totali sanitari”.

La popolazione invecchia e aumentano le patologie muscolo-scheletriche. Ma il settore è pronto a far fronte a una maggiore domanda di servizi?
“In Ticino, rispetto alla Svizzera interna, la carenza di personale non è così marcata, il che rappresenta un vantaggio per affrontare questa maggiore domanda. Tuttavia, è fondamentale sviluppare una buona rete di fisioterapisti specializzati sul territorio per garantire un’assistenza adeguata e tempestiva. La crescente anzianità della popolazione e l’aumento delle patologie muscolo-scheletriche pongono sfide significative al settore dei servizi sanitari. Il costante aggiornamento e la formazione del personale sono essenziali per una corretta presa in carico dei pazienti. È importante ricordare che le patologie legate all’avanzare dell’età non si limitano alle problematiche muscolo-scheletriche, ma comprendono anche condizioni di carattere neurologico e cardiovascolare. Pertanto, il settore deve essere pronto a diversificare e ampliare l’offerta di servizi per rispondere efficacemente a queste esigenze”.

Come si può conciliare l’esigenza di contenimento dei costi della cassa malati con la qualità e l’accessibilità delle cure? È realistico pensare a un supporto pubblico maggiore per alcune categorie di pazienti?
“Un approccio efficace può essere garantito attraverso la formazione e le specializzazioni in fisioterapia, che consentono di erogare trattamenti di maggiore qualità, traducendosi in risultati migliori per i pazienti. La presa a carico fisioterapica ambulatoriale si rivela vantaggiosa, poiché contribuisce a ridurre i costi rispetto a un approccio stazionario. Questo non solo alleggerisce il carico finanziario sulla cassa malati, ma migliora anche l’accessibilità delle cure per i pazienti.

È importante sottolineare che le prestazioni fisioterapiche fatturate a carico dell’AOMS devono rispettare rigorosamente i criteri di efficacia, appropriatezza ed economicità (EAE). Questo assicura che, nonostante il contenimento dei costi, la qualità delle cure rimanga alta e che le risorse pubbliche possano essere utilizzate in modo efficiente.  Riguardo a un eventuale supporto pubblico maggiore per alcune categorie di pazienti, potrebbe essere realistico, soprattutto se si considera l’importanza di garantire l’accesso a cure di qualità per le fasce più vulnerabili della popolazione”.

Ci sono esempi di altri Cantoni o Paesi che hanno modelli virtuosi per la gestione della fisioterapia in ambito sanitario? Cosa potrebbe essere replicato anche in Ticino?
“Il sistema sanitario svizzero non può essere facilmente paragonato ad altri contesti internazionali. Ogni nazione ha le proprie specificità economiche e organizzative che influenzano l’erogazione dei servizi sanitari. Anche a livello cantonale, ogni regione presenta peculiarità demografiche e socio-economiche uniche che influenzano l’approccio alla fisioterapia”.